Cervello e Trauma
Cervello e Trauma
Alla nascita la parte più arcaica del cervello, deputata al controllo delle funzioni vitali è già formata, perché necessaria alla sopravvivenza.
Il numero dei neuroni si accresce dall’età gestazionale fino ai quattro anni .
In questa fase si moltiplicano le sinapsi, collegamenti tra una cellula nervosa ed un’altra.
I neuroni continuano ad aumentare di numero, anche se in modo più lento, fino ai dodici anni di età.
A dodici anni circa inizia l’eliminazione dei neuroni e sinapsi non utilizzati e stimolati dall’esperienza.
Questo ci fa riflettere come il cervello umano alla nascita sia dotato di grande potenzialità, che soltanto tramite un’ambiente stimolante e ricco di esperienze si potrà trasformare queste potenzialità innate in capacità durature per tutta la vita.
La corteccia prefrontale, invece, che assolve le funzioni cognitive superiori e comportamentali si forma fino ai ventiquattro anni di vita e si modella intorno alle esperienze di vita.
La corteccia prefrontale è responsabile delle nostre abilità sociali, della capacità di problem solving, permette di pianificare e raggiungere obiettivi, svolge la funzione di regolazione emotiva, è responsabile della moralità.
Le esperienze negative durante questa fase rimangono impresse nel cervello.
Nel fare esperienza di un trauma il bambino vede minato il suo senso di sicurezza e la prevedibilità del presente e del futuro.
Ciò può portare il bambino a sviluppare convinzioni negative su sé stesso, nonché mancanza di autostima e sentimenti di autoefficacia.
Pertanto è importante sostenere il bambino nell’elaborare le proprie memorie traumatiche non integrate, aiutandolo ad attribuire un significato alle sue esperienza precoci e agli effetti che queste hanno avuto sulle sue sensazioni, su i suoi comportamenti e sulla sua capacità di stabilire delle relazioni sociali.
E’ bene ricordare, come disse il Professore Cancrini Luigi , in un bellissimo convegno che seguì a Roma nel mio percorso di psicoterapia, che il problema della salute mentale non deriva da una singola esperienza traumatica, questa avrà un effetto negativo, ma circoscritto ed elaborabile, ma il problema vero è il protrarre il bambino ad esperienze continue di trauma, una carenza di cure continue.
Per questo è importante intervenire precocemente di fronte a queste situazioni, prendendosi “cura”.
La parola “ cura” significa proprio prestare attenzione, guardare con scrupolo.