Cervello e Trauma

Nella pratica clinica, quotidianamente, veniamo a contatto con pazienti che ci raccontano quanto il loro vissuto attuale, attivi in loro delle emozioni negative e dei pensieri negativi, che li “riportano” a come si sono sentiti in passato.

Spesso si sentono nel presente come si sono sentiti da bambini nel rapporto con i loro genitori oppure come si sono sentiti durante gli anni della scuola con il gruppo dei pari oppure tendono a percepire l’ambiente circostante come pericoloso, stando sempre in uno stato d’allarme.

La vita è andata avanti, i contesti si sono differenziati, ma loro si sentono nello stesso modo anche se sono cresciuti, anche se sono passati anni.

Questo sentirsi nello stesso modo a distanza di anni, sta ad indicare che le nostre esperienze negative non sono state elaborate correttamente e attivano un’area del cevello che si chiama amigdala, che si attiva di fronte a TRIGGER (attivatori contestuali) presenti, che ci portano a sentirci emotivamente come allora.

Oggi abbiamo a disposizione un metodo psicoterapeutico chiamato EMDR che ci permette di lavorare con le esperienze traumatiche e far si che che le informazioni non correttamente immagazzinate nel cervello, vengano elaborate e chiuse in un “cassetto” chiamato corteccia prefrontale.

Le esperienze negative rimangano nella nostra esperienza, ma non ci disturbano più.

L’EMDR non cancella il ricordo, ma desensibilizza la carica emotiva negativa associata al ricordo, permettendoci di andare avanti nella nostra vita.

Molti di noi, quando pensano ai traumi tendono a pensare a eventi come la morte di una persona cara, un incidente, una malattia, l’ever vissuto l’esito di una catastrofe naturale.

Quelli elencati fanno parte dei traumi definiti con la T maiuscola, in quanto la persona si trova ad affronatare la paura di morire o la morte di un caro.

Esistono, però, altri traumi definiti con la t minuscola, in quanto fanno riferimento ad esperienze negative nelle relazioni con le figure di attaccamento, all’aver subito bullismo.

Tali traumi, seppur definiti, con la t minuscola sono molto deleteri per la persona, perchè vanno ad intaccare il senso d’identità della stessa, ciò che li rende così impattanti è il fatto che sono protatti nel tempo, continuativi e non come i primi che sono un unico grande evento.

L’emdr è un metodo psicoterapeutico che permette alla pesona e al terapeuta di lavorare insieme sulle singole esperienze traumatiche, il paziente è attivo nel processo di elaborazione guidato dal terapeuta.

Solitamente alle persone piace lavorare con l’emdr, perchè li fa sentire protagonisti nel loro processo di guarigione.

Sente di star davvero lavorando.

Per capire come funziona il metodo EMDR vi rimando a visitare il sito dell’associazione emdr Italia, che forma i terapeuti nell’utilizzo di questo metodo.

Potete anche trovare nel sito i terapeuti formati per questo metodo regione per regione e provincia per provincia.

E’ bene dire, che formarsi nell’utilizzo dell’emdr e saperlo utilizzare con professionalità consta di una formazione costante e capillare su tanti aspetti e di una necessaria supervisione sui casi.

Per practitioner emdr si intende il terapeuta esperto nell’utilizzo di questo metodo, che non solo conosce lo strumento, ma ne ha affinato la tecnica.

Quello che fa dell’EMDR un metodo efficace è la ricerca che indica come il lavoro con emdr modifica proprio dell’aree cerebrali e la velocità nel trattamento.